Gestione, smaltimento e trattamento dei rifiuti tecnologici in Argentina
In
Argentina attualmente non esiste una politica statale orientata verso la
materia dei rifiuti; quando la politica è coinvolta, spesso è per diatribe
locali provinciali e regionali che producono inconvenienti quando i rifiuti
vengono inviati da una giurisdizione all'altra problema avvertito per lo più
tra Capital Federal, la capitale autonoma di Buenos Aires e la sua provincia.
A livello prettamente nazionale esiste una norma circa i rifiuti
etichettati come pericolosi, la 24.051, che proibisce l’importazione in
Argentina di rifiuti considerati pericolosi. Allo stesso modo stabilisce
criteri rigidi per il trasporto, trattamento e smaltimento dei succitati residui.
Si è al corrente del fatto che alcuni di tali residui pericolosi si trovino in
determinati apparati tecnologici; ciò ne ha scaturito il fatto che non sia mai
stata regolamentata la materia e che gli operatori del settore, per comodità,
abbiano preferito omettere di identificare i residui pericolosi già esistenti e
trattarli come se fossero rifiuti ordinari, spesso sotterrandoli all'interno delle discariche.
Visto che non esiste un controllore, dato che non esiste nessun organo di
sorveglianza, non vi è stato nessun interesse particolare da parte delle
imprese che si dedicano allo smaltimento dei rifiuti, né di separare, né di
riciclare i suddetti.
Oggi giorno, vi sono pochissime imprese, tutte PMI, che si dedicano a
raccogliere e trattare i rifiuti tecnologici ; anche calcolando la totalità dei
risultati di tutte queste imprese , non si arriverebbe al 2% del riciclaggio dei rifiuti tecnologici in Argentina.
La fonte di Greenpeace Argentina ha calcolato che ogni anno, ad ogni
singolo abitante argentino spettano 3 kg di rifiuti tecnologici (ben 7 kg pro
capite nella provincia di Buenos Aires e nella capitale), il che ci porta al
dato di 120.000 tonnellate all’anno
di rifiuti tecnologici, di cui è riciclato solo il 2%.
Prospettive: Se è vero che esiste una proposta di legge, già
approvata in Senato, che riguarda i rifiuti elettronici ed elettrici ( che
include quelli tecnologici, gli elettrodomestici ecc.) dettando compiutamente
le norme su trasporto, trattamento e riciclaggio degli stessi, alla Camera,
tale proposta non è ancora stata approvata. Se nel termine di 60 giorni, tale proposta normativa non verrà accolta,
l’anno prossimo verrà affrontato di nuovo il tema nelle due Camere.
Che passi o meno la proposta di legge suddetta, attualmente il Governo
della città autonoma di Buenos Aires (la giurisdizione che maggiormente produce
rifiuti tecnologici) è molto interessato a riciclare e trattare questi rifiuti
in quanto esiste un conflitto inter giurisdizionale molto acceso tra la
capitale e la sua provincia, in quanto quest’ultima ha già intimato alla città
di ridurre gli invii di rifiuti al minimo, per arrivare al blocco totale a metà
del 2013.
Questo dovrebbe significare quindi, smaltendo una parte dei rifiuti, poter
offrire alla municipalità di Buenos Aires un progetto affine alle contingenze
attuali.
Il problema è che, la città di Buenos Aires, così come il resto del paese
nella sua generalità, non dispone di imprese di riciclaggio/ trattamento /
smaltimento di questo tipo di rifiuti e tanto meno vi è cultura nelle imprese
private che spesso stoccano nei magazzini e negli uffici parchi macchine
(computer, stampanti, scanner ecc) obsoleti, senza smaltirli.
L’ingresso
di una impresa straniera che possa aiutare a trattare e amministrare parte di
questi residui sarebbe in prospettiva vista con buon occhio da parte delle
autorità.
Secondo GreenPeace, solo nel 2011 l’Argentina ha buttato nei cassonetti 11
milioni di cellulari da cui si potrebbero estrarre più di 250 kg d’oro, il cui
valore approssimato è di 12.000.000 di USD, senza contare il valore
dell’argento e degli altri metalli che possono ritornare nel mercato tecnologico
per la produzione di schermi LED ecc. mentre in base a Prince & Cook,in una relazione del 2010, in
Argentina ci sarebbero stati fino all’anno 2008, ben 7,2 milioni di computer
negli uffici del paese, di cui 700.000
in attesa di smaltimento.
Esempio di contenuto in metalli rinvenuti kg/tn in residui RAEE:
Esempio di contenuto in metalli rinvenuti kg/tn in residui RAEE:
Componente
|
Peso in kg /tn di e-scrap
|
Alluminio
|
29
|
Rame
|
142
|
Ferro
|
80
|
Vetro in polvere
|
106
|
Plastica ABS o ad alto impatto
|
596
|
Oro
|
0,38 (380 ppm)
|
Nichel
|
11,24
|
Piombo
|
11,24
|
Palladio
|
0,15 (150 ppm)
|
Stagno
|
6,89
|
Zinco
|
6,41
|
Si tratta di un settore molto interessante per imprese che abbiano
know-how, esperienza nel trattamento/smaltimento/riciclaggio dei residui
tecnologici e che vogliano intraprendere un iter in Argentina tramite presenza
sul territorio, focalizzando su Buenos Aires e sua provincia, ma non perdendo
di vista città “problematiche” da questo punto di vista come Cordoba, Rosario,
Santa Fe o Salta.
Cenomani ha i contatti con imprese della provincia di Buenos Aires che già procedono alla raccolta di residui ferrosi e che già hanno l'abilitazione per la raccolta di RAEE e che sono in attesa solo di un partner italiano.
Dato che le due imprese leader del mercato processano annualmente solo 3000
e 4000[1] tonnellate di questi
rifiuti (lasciando alle altre PMI che si dedicano allo smaltimento altre 2000
tn) è lampante quale fetta del mercato sia attualmente senza libera.