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lunedì 3 dicembre 2012

La Stevia: il business con la pianta dolce in Argentina

Cos’è e a cosa serve la Stevia

La Stevia rebaudiana bertoni è una pianta originaria del Paraguay che vive in climi sub-tropicali e fin qui non scopriamo nulla di nuovo.
Arriviamo in grave ritardo noi cosiddetti popoli civilizzati, perché prima di noi, le popolazioni originarie di Paraguay e Argentina utilizzavano le foglie per diversi utilizzi.
Le foglie possono ricordare vagamente quelle della menta e la pianta è un arbusto altamente adattabile che cresce in diversi terreni di coltura, con risultati assai differenti.
Si coltiva in terreni sul livello del mare fino a 1500 mt d’altezza e la sua risorsa sono le foglie.
O meglio, lo sono i principi attivi al loro interno.
La foglia essiccata è già di per sé dolce  ma i glicosidi steviolici al suo interno lo sono ancor di più: arrivano a dolcificare fino a 300 volte lo zucchero.
Ne consegue naturalmente l’interesse commerciale per questo dolcificante totalmente naturale, a differenza dell’aspartame per esempio (destinato ad essere proibito a livello comunitario), e totalmente privo di calorie.
Ebbene sì, dolcifica senza contenere calorie.



In una foglia vi sono diversi componenti, appunto i glicosidi, che le attribuiscono il carattere della dolcezza, ma quelli più rilevanti dal punto di vista commerciale sono lo Stevioside (che corrisponde al 6-8% della foglia) e il Rebaudioside A (volgarmente REB A, 2-3% della foglia).
Se opportunamente estratti, si presentano sotto forma di polvere bianca e leggera che può essere utilizzata , conformemente da quanto prescritto dal Regolamento UE 1131/2011, come integratore alimentare sotto la sigla E960.

Da anni osteggiato dalle lobby dello zucchero, ora è finalmente legale l’utilizzo presso l’industria alimentare.
I produttori si stanno moltiplicando internazionalmente, ma ve ne sono pochi che ancora lavorano compatibilmente con principi etici, a volte fatti a pezzi dalle grosse multinazionali che stanno già provvedendo a “migliorare” (o peggiorare più propriamente) chimicamente in laboratorio le foglie, concentrandone i glicosidi più redditizi.

In Paraguay e Argentina si continua a coltivarla come facevano le popolazioni originarie secoli addietro e il settore sta dando lavoro a famiglie che ne erano prive.
Un ettaro, a secondo delle zone, è capace di produrre dalla tonnellata e mezza di foglie sino a tre tonnellate.
In Argentina ad oggi, vi sono solo 400 ettari coltivati a Stevia, di cui l’ 80% al nord (Misiones, Corrientes, Salta ecc.) che producono annualmente dalle 400 alle 800 tonnellate di foglie.
Può essere raccolta 2-3 volte all’anno e attualmente in Argentina basta a malapena per soddisfare le richieste del mercato interno.

Cenomani è in contatto con chi, in Argentina, possiede  la terra, le conoscenze e la professionalità per coltivare e raccogliere le foglie di Stevia, che poi processate, sono in grado di entrare nel sempre più interessato mercato Europeo, oltre che italiano.

Vi basti sapere che in Giappone, nel momento in cui scriviamo, circa il 45% della popolazione che sceglie un dolcificante, sceglie la Stevia, perché naturale e perché non contiene calorie.

Se è vero che un mondo diverso è possibile e che è la stessa natura che ce lo sta suggerendo informati presso Cenomani: è possibile progettare insieme il nostro domani!

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