Cos’è e a cosa serve la Stevia
La Stevia rebaudiana bertoni è una pianta originaria del
Paraguay che vive in climi sub-tropicali e fin qui non scopriamo nulla di
nuovo.
Arriviamo in grave ritardo noi cosiddetti popoli
civilizzati, perché prima di noi, le popolazioni originarie di Paraguay e
Argentina utilizzavano le foglie per diversi utilizzi.
Le foglie possono ricordare vagamente quelle della menta e
la pianta è un arbusto altamente adattabile che cresce in diversi terreni di
coltura, con risultati assai differenti.
Si coltiva in terreni sul livello del mare fino a 1500 mt
d’altezza e la sua risorsa sono le foglie.
O meglio, lo sono i principi attivi al loro interno.
La foglia essiccata è già di per sé dolce ma i glicosidi steviolici al suo interno lo
sono ancor di più: arrivano a dolcificare fino a 300 volte lo zucchero.
Ne consegue naturalmente l’interesse commerciale per questo
dolcificante totalmente naturale, a differenza dell’aspartame per esempio
(destinato ad essere proibito a livello comunitario), e totalmente privo di
calorie.
Ebbene sì, dolcifica senza contenere calorie.
In una foglia vi sono diversi componenti, appunto i
glicosidi, che le attribuiscono il carattere della dolcezza, ma quelli più rilevanti dal punto di vista commerciale
sono lo Stevioside (che corrisponde al 6-8% della foglia) e il Rebaudioside A
(volgarmente REB A, 2-3% della foglia).
Se opportunamente estratti, si presentano sotto forma di
polvere bianca e leggera che può essere utilizzata , conformemente da quanto
prescritto dal Regolamento UE 1131/2011, come integratore alimentare sotto la
sigla E960.
Da anni osteggiato dalle lobby dello zucchero, ora è
finalmente legale l’utilizzo presso l’industria alimentare.
I produttori si stanno moltiplicando internazionalmente, ma
ve ne sono pochi che ancora lavorano compatibilmente con principi etici, a
volte fatti a pezzi dalle grosse multinazionali che stanno già provvedendo a
“migliorare” (o peggiorare più propriamente) chimicamente in laboratorio le foglie, concentrandone i glicosidi
più redditizi.
In Paraguay e Argentina si continua a coltivarla come
facevano le popolazioni originarie secoli addietro e il settore sta dando
lavoro a famiglie che ne erano prive.
Un ettaro, a secondo delle zone, è capace di produrre dalla
tonnellata e mezza di foglie sino a tre tonnellate.
In Argentina ad oggi, vi sono solo 400 ettari coltivati a
Stevia, di cui l’ 80% al nord (Misiones, Corrientes, Salta ecc.) che producono
annualmente dalle 400 alle 800 tonnellate di foglie.
Può essere raccolta 2-3 volte all’anno e attualmente in Argentina
basta a malapena per soddisfare le richieste del mercato interno.
Vi basti sapere che in Giappone, nel momento in cui
scriviamo, circa il 45% della popolazione che sceglie un dolcificante, sceglie
la Stevia, perché naturale e perché non contiene calorie.
Se è vero che un mondo diverso è possibile e che è la stessa
natura che ce lo sta suggerendo informati presso Cenomani: è possibile
progettare insieme il nostro domani!
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