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martedì 8 gennaio 2013

Rifiuti tecnologici: dal problema al business

Torniamo ancora sul tema dei residui tecnologici, RAEE, o e-scrap che dir si voglia.
Perché rappresentano un problema e perché al contempo sono un business?
Il perché della gravità del problema non necessita molti antefatti:
man mano che i paesi in via di sviluppo acquisiscono beni di consumo tra cui quelli tecnologici, aumenta a dismisura l'emergenza dello smaltimento degli stessi in quanto in questa fascia di paesi la coscienza ecologica non ha accompagnato di egual misura l'arricchimento di know-how.
Ciò equivale a dire che in queste aree si moltiplicano a vista d'occhio le discariche a cielo aperto in cui troneggiano televisori, cellulari, centraline telefoniche vetuste ma non solo:
stampanti, vecchi terminali e calcolatori e così via.
Ciò che fa rabbia è che sembra di parlare di realtà tanto distanti ma un occhio attento sa capire che la stessa Italia non è immune da questo virus.



Per tornare oltreoceano vi basti qualche dato sull'Argentina:

GreenPeace Argentina sostiene che ogni abitante produce 3 kg di rifiuti tecnologici ogni anno, il che significa 120.000 tonnellate all'anno di e-scrap che solo in piccolissima parte vengono trattate e riciclate (si calcola solo il 2%).
E il resto?
Le altre decine e decine di migliaia di tonnellate aspettano immobili in discariche autorizzate o meno, in capannoni, in depositi e magazzini, agli incroci delle strade.
Esistono plotoni di chatarreros e cartoneros che in cambio di pochissimi pesos raccolgono dai cassonetti, dalle strade e a volte dai letti dei fiumi (il Riachuelo della zona sud vi dice qualcosa?) chilogrammi di rifiuti elettronici.
Smaltire costa e allora perché farlo?
Questo deve essere il pensiero comune che assiepa le menti della maggior parte delle imprese e dei comuni cittadini.
Ma a fronte di questa tendenze esiste chi invece si è avveduto da tempo della possibilità di fare un business con i rifiuti;
sono poche, mediamente organizzate, ma queste imprese che si dedicano a raccogliere, smontare e riciclare alcune migliaia di tonnellate di prodotto ne hanno fatto un business.
E potrebbero essere imitate, con maggior successo da qualche impresa europea maggiormente organizzata:
basti pensare che le due leader del mercato processano 7000 tonnellate di e-scrap annualmente in tutto.
Smontano e riciclano: in ogni apparato sanno che sono presenti tot grammi di platino, di argento, di rame e di oro.


Nel 2011 l'Argentina ha buttato 11 milioni di telefoni cellulari, da cui si ricaverebbero 250 kg d'oro: valore stimato? 12 milioni di dollari.
Ecco perché è un business e sono pochi quelli che ci sono arrivati.

Cenomani è in possesso dei contatti per intraprendere questo tipo di business con attori locali che già dispongono della logistica, il know-how e i permessi necessari.

Sei sicuro che questa non sia la tua opportunità per la tua impresa?

info@cenomani.com

2 commenti:

  1. Non male sembra un bel business! In effetti, credo ci si potrebbero fare parecchi soldi, ma il problema è quanto costerebbe partire con un impianto? E in quanto tempo si raggiungerebbe il punto di pareggio?
    Chi mi può rispondere?

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  2. Ciao cris.
    il discorso è che partire da zero è un azzardo anche per grosse imprese.
    è invece possibile partire spalla a spalla con imprenditori argentini che già hanno licenze di trasporto smaltimento dei RAEE e che quindi potrebbero cercare semplicemente un alleato commerciale/strategico.
    Loro hanno i capannoni, i camion ecc.

    se vuoi contattaci alla mail!

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