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mercoledì 28 novembre 2012

Energia in Argentina, presente e futuro. L'eolico come business

SITUAZIONE DELLA MATRICE ENERGETICA ARGENTINA

Introduzione

L’Argentina nonostante non sia un paese con grandi riserve di petrolio e gas, ha sempre avuto la possibilità di auto sostenersi o comunque dipendere poco dall’importazione di energia (a differenza di paesi vicini come l’ Uruguay). L’offerta energetica locale è differenziata nelle fonti di approvvigionamento: energia elettrica, generatori di energia a carburante, altri a gas e la energia nucleare. Negli ultimi tempi si nota un offerta sempre più  incisiva  delle  energie  pulite,  eolica  e  solare  principalmente,  anche  se  la  sua
incidenza è tutt’ora poco significativa.
Negli  ultimi  30  anni  l’Argentina  passò  da  una  serie  di  problematiche  relative  alla produzione e distribuzione d’energia fino a ottenere un approvvigionamento sufficiente per auto sostentarsi e addirittura per esportare energia (negli anni 90 ) per poi ritornare sui suoi passi (specie in seguito al 2001) e importarla di nuovo nelle ultime battute. Dopo il 2001 si ebbe un processo di industrializzazione pronunciato che permise un aumento della produzione industriale del 60%, mentre l’offerta energetica non riuscì a
stare al passo di tale incremento. Tutto ciò provocò conseguentemente che non si potessero installare grandi industrie fuori dalle direttrici principali del paese , ossia Buenos Aires principalmente, Cordoba e
Rosario.
Nonostante ciò, e nonostante gli investimenti a gran voce richiesti in questo settore , ciò non è, per lungo tempo avvenuto. Il paese ha cercato di trattenere stabile la produzione energetica nei suoi tradizionali
punti di approvvigionamento, creando piccoli generatori che però non sono riusciti ad accompagnare  e  coprire  la  domanda  energetica,  con  conseguenti  interruzioni  di corrente, e problemi con gli stessi generatori e centrali.
La nuova energia è generata tramite gas o petrolio; da qui deriva la limitazione e poi proibizione di esportazione del gas in Argentina, con la conseguente importazione dello stesso, con grandi sforzi economici da parte del paese. 
La politica governativa a proposito è stata molto irregolare e incerta: focalizzata  nel  fornire  energia  alla  popolazione  e  all’industria  nella  forma  più economica  possibile,  ciò  provocò  un  congelamento  delle  bollette  per  10  anni  (rendendole le più basse di tutta l’ America Latina) e così incentivando il consumo.
D’altro  canto  questo  disincentivò  gli  investimenti;  furono  del  tutto  abbandonati  i progetti esplorativi di nuove fonti di gas e petrolio, esaurendo le già esistenti; non si costruirono nuove centrali idroelettriche e solo si investì in quelle già esistenti, perché potessero incrementare la loro offerta energetica: solo dopo 30 anni da pochi mesi l’Argentina si è dotata della Atucha II, la sua terza centrale nucleare che genererà fino a 680 MW nel giro di due anni e ora si progetta la Atucha III, con un potenziale di 1000 MW.



La situazione energetica attuale.

L’attuale offerta energetica è afflitta da patologiche situazioni di stress, ossia mancanza di  distribuzione,  trasporto  insufficiente,  che  occasionalmente  provocano  una distribuzione a singhiozzo, fino ad arrivare alle interruzioni di corrente. Contemporaneamente, per coprire la domanda di gas e carburante è necessario ricorrere all’importazione della materia prima, per evitare che i grandi generatori si trovino senza il somministro necessario.

In questa tabella si dimostra come l’Argentina abbia aumentato il ricorso all’energia convenzionale (gas e combustibile), rispetto alla crescita delle altre alternative.

 Anno Termica Idroelettrica Nucleare Altre (inclusal’energia
importata)
Tipo di 2003 47% 43% 9% 2%
Energia 2010 57% 35% 6% 2%

La  energia  termica  proviene  dal  Gas,  dal  Diesel  e  dall’  olio  combustibile  e  questi
elementi hanno variato costantemente negli ultimi anni:

 Anno Gas Gas Olio Carbone
combustibile Naturale combustibile
Combustibili 2003 0% 98% 1% 1%
usati(*) 2010 10% 70% 16% 4%

(*) misurati come percentuale Kcal

Conseguente all’incremento del ricorso all’energia combustibile, l’Argentina ha passato ad essere una nazione importatrice, dipendendo da materie prime il cui costo incide sui bilanci: nel 2003 le importazioni di combustibile raggiungevano i 548 U$S milioni di dollari (petrolio e nafta), nel 2010 furono U$S 4.443 milioni, principalmente gas. La sfida energetica argentina quindi non è solo produrre più energia, ma cercare di farlo con energia alternativa a quella combustibile.


Il MAEL argentino, a Santa Cruz, si sostenta solo con energia Eolica.


Il problema del finanziamento

Nonostante  il  governo  nazionale  riconosca  che  l’attuale  schema  non  le  risulti conveniente, ha faticato molto a sviluppare il tema “grandi opere” ,che invece in passato aveva realizzato con maggior facilità (es: Yacyretà, Itaipú, Chocón, Atucha I e II, ecc.). Questo perché attualmente questo tipo di investimenti non è finanziato né finanziabile da parte di entità governative né dalle banche regionali, quanto piuttosto da crediti che ottengono i privati. Dato che l’Argentina non ha ancora risolto i problemi relativi al debito contratto con il
“Club de Paris”, le imprese internazionali non possono richiedere ai  governi locali finanziamenti per investire in grandi opere in Argentina; è probabile che tale situazione perduri senza soluzione anche per l’anno 2012.
Per questo è necessario sapere che qualsiasi opera di tale portata dovrà realizzarsi con strumenti finanziari diversi da quelli abitualmente si utilizzano o ottenere finanziamenti a proprio rischio.

L’energia pulita: sfida e forma di finanziamento.


Il  primo  sigillo  istituzionale  lo  marcò  la  legge  25.019  ,  che  tentò  di  stimolare  gli investimenti nell’ambito dell’energia solare e eolica concedendo benefici impositivi e che garantiva 0,01 U$S per Kw/h apportato al sistema. I primi investimenti furono piuttosto modesti, e soprattutto dopo la crisi del 2001, con la recessione, il piano di sviluppo perse il controllo, in quanto non poteva essere assicurata la redditività.
Il 2 di Gennaio di 2007 si dettò la legge 26.190, che modificava e riformava il regime anteriore che si applicava solo all’ eolica e solare e che quindi si ampliò alle altre.
Da lì si stabilì di interesse nazionale l’uso delle rinnovabili ponendosi come obiettivo un 8% della produzione interna energetica del paese con le rinnovabili, con un timeline del
2017.
La capacità nazionale è attualmente di 28.000 MW e nel 2017 si aumenterà, si stima, tale portata, si presume che saranno necessari 2.500 MW prodotti mediante rinnovabili per quell’anno.
La situazione attuale non permettere di scorgere che tale obiettivo, con i mezzi odierni, si possa raggiungere facilmente. La normativa attuale intende per rinnovabile le seguenti energie non fossili: eolica, solare,  geotermica,  mareomotrice,  idroelettrica,  biomasse,  gas  da  biocombustibili (discariche, depuratori e biogas). Nel caso di centrali idroelettriche gli si impone un limite di 30 MW.
Il programma stabilisce benefici impositivi e la garanzia (per un termine di 15 anni) per la quale lo Stato paghi una tariffa fissa per Kw/h sull’energia generata in cui tali somme provengono da un fondo pubblico ( Fondo Fiduciario de Energia Renovables). Nel 2008 (con l’apporto della legge 25.019) si generarono solo 27 Mw di energia eolica; in seguito all’approvazione della legge 26.190 si presentarono progetti per licitazioni
pubbliche  (con  termine  fine  del  2009)  per  circa  1.400  MW,  delle  quali  se  ne selezionarono solo per una cifra pari a 840 MW ( di cui 740 MW corrispondevano all’eolica).
Il prezzo garantito per ogni singolo MW in tali progetti di energia eolica fu tra i 121 U$S/MWh e 134 U$S/MWh (media di 126,9).
In  data  8  di  Novembre  2011  si  è tenuto  a  Buenos  Aires  il Congreso  y  Exposición Sudamericana  de  Energía  Eólica (Windar 2011)  nel  quale  son state analizzate  le prospettive dell’America Latina per quanto riguarda il tema energia eolica non solo in Argentina ma nel resto del Cono Sur. Il resto delle tecnologie illustrate e incluse nella 26.190 non sono state tenute nella dovuta considerazione e l’offerta è stata minore alle aspettative: l’eolica  dimostra  essere  il  miglior  profilo  delle  rinnovabili  su  cui  scommettere
attualmente.

Conclusione

Il  mercato  argentino,  come  quello  latinoamericano  in  genere  necessita  grandi investimenti nella produzione e distribuzione di energia. Sebbene nella decade iniziata con il 2000 l’Argentina canalizzò i propri sforzi nella creazione di energia fossil-combustibile (gas, diesel e olio combustibile) è attuale la tendenza a modificare tale paradigma per puntare a una svolta verso la rinnovabile e alla nucleare.


Autore: Dr.Alessandro Maffini

Opportunità di investimenti in Argentina


I settori che il governo argentino intende rilanciare

 

Mendoza
Viaggiando su numeri incoraggianti, come un PIL che sale dell’ 8% ogni anno, e di una disoccupazione che si è ridotta drasticamente da quel 50% del 2001, l’Argentina è tornata ad essere una delle macchine trainanti dell’America Latina.

Se è vero che attualmente l’importazione di prodotti esteri è complicata da una serie di interventi volti a preferire l’industria nazionale, il paese sta incentivando con diverse misure l’intervento diretto di imprese estere sul suolo argentino.

Produrre a costi minori e con una stretta fiscale minore di quella italiana in Argentina è possibile, specie in zone come la provincia di Salta, che prevede incentivi tramite sgravi finanziari e misure pro investimento di indubbio interesse.

L’Argentina attualmente conta su di un governo che vuole investire e scommettere sul settore industriale in quanto il comparto produttivo del paese è influenzato dalla mancanza in molti settori di macchinari, impianti e tecnologie che, in caso di incorporazione nel processo produttivo, permetterebbero di incrementare il valore di molte commodities di cui dispone.
Di recente approvazione è stato il Fondo del Bicentenario che permette di ottenere prestiti a tasso agevolato da parte degli imprenditori argentini, affinché possano realizzare investimenti di concerto con partners stranieri.

Se l’Argentina nel 2011 ha esportato per 80.000 milioni di US dollari americani, è anche vero che una grande fetta è incentrata sulle materie prime non lavorate, risorsa che abbonda nel Paese, ma non sui prodotti terminati. Questo ci da la misura per la quale l’Argentina rappresenta un’attrattiva futura, e non solo presente, non solo per i settori nuovi, ma anche per quegli ambiti già conosciuti le cui regole sono soggette a un continuo cambiamento.

L’Argentina possiede diversi prodotti agricoli, territori molto estesi e diversificati, varietà di clima, energia, un’adeguata infrastruttura e logistica, accesso ad adeguate risorse umane, con una buona educazione e preparazione ma, nonostante tutti questi fattori positivi, non ha potuto sviluppare prodotti di eccellenza come invece hanno ottenuto paesi del cosiddetto primo mondo.

I sistemi produttivi risultano essere eccessivamente elementari e i relativi investimenti non sono al momento all’altezza, oltre al fatto di non essere a lungo termine, il che si traduce in prodotti dallo scarso valore aggiunto. Le ragioni di questo mancato sviluppo non sono riconducibili a un denominatore comune in ogni singolo settore; per esempio, nel caso dei prodotti agricoli, il poco valore che ebbero le materie prime durante diverse decenni e le barriere del mercato nei paesi sviluppati rappresentarono un deterrente agli
investimenti.

Nel settore macchinari, la mancanza di sviluppo si dovette a questioni interne, e relativamente ai prodotti facenti parte del settore delle proprietà intellettuali ciò che mancò fu un adeguato sistema di protezione. Attualmente, molti di questi problemi sono scompar si o hanno comunque un impatto minore e ciò permette all’Argentina di essere una buona opzione per creare valore aggiunto mediante l’investimento nei settori che qui si indicano:

Settore industriale

 

Operai del settore edile, in forte espansione
grazie al Fondo del Bicentenario
Il governo rilancia questo settore anche in termini di sussidi e fondi soprattutto nel comparto dei macchinari e quindi: parti automotrici, trattori, macchine per l’irrigazione dei terreni, macchine per l’assistenza dei veicoli automotori e di trasporto, macchinari per il settore plastico ecc.

Colui che apporta il know how sottoforma di investimenti su macchinari industriali in Argentina (qualsiasi settore) è il target ideale per il governo in carica. Nell’ottica di sviluppare la capacità industriale argentina sicuramente sono da rilanciare mediante investimenti, settori come quello tessile, che può contare su quantità di fibre (anche preziose) ma non su un adeguato avanzamento tecnologico dei macchinari, e quello della concia, dove il paese può disporre di una gran quantità di pelli ma non di un processo produttivo che le consenta di ottenere prodotti terminati con gran valore aggiunto.

Vogue, presenta la scelta di Yves Saint Laurent, verso le fibre di Camelidi argentine.
A questo aggiungiamo a livello industriale anche la relativamente nuova industria del riciclaggio, dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, dello smaltimento dei residui elettronici, all’individuazione di nuovi siti per discariche sulla quale c’è un discreto interesse
soprattutto a livello federale in Buenos Aires e il settore  forestale, nella lista dei settori da sviluppare, soprattutto nell’ottica di una incorporazione del concetto di filiera del legno che sappia condurre a un adeguato prodotto finito.

Si richiede a vari livelli l’intervento con investimenti per quanto riguarda il settore dei macchinari in ambito ospedaliero: nonostante la preparazione dei medici argentini sia ai vertici, spesso tale vantaggio non può essere sfruttato per la mancanza cronica di adeguati strumenti che possano coadiuvare il lavoro del professionista. Nel comparto alimentare-molitorio sarebbero auspicabili interventi molteplici per quanto riguarda l’estrusione e la raffinazione in farine dei cereali, dato che i mulini presenti sono di tecnologie inferiori a quelle italiane ed europee.


Settore Agricolo



Impresa alimentare del nord dell'Argentina
Nel settore agricolo ciò che il governo in carica sta puntando è la crescita del valore aggiunto dei prodotti terminati: il paese già esporta quantità molto elevate di frutta per esempio, quando invece lo stato Argentino preferirebbe implementare una sorta di scala di valore aggiunto che permetta
di ottenere dalla materia prima, un prodotto come marmellate, o succhi di frutta.
Da sfruttare è l’enormità del territorio, con la diversità di climi che permette la coltiva-
zione dei più disparati frutti che invece in questo momento sono importati e la biodiversità che offre prodotti unici (patate andine per esempio).

Per quanto riguarda la produzione vitivinicola, il paese è già protagonista nelle esportazioni internazionali dei propri vini, ma la domanda interna circa l’acquisizione di know-how della produzione e conoscimento relativo ai vitigni italiani è costante. La produzione di olio di oliva è scarsamente diffusa, manca la cognizione dei processi produttivi su larga scala, soprattutto per il prodotto extravergine.

Girasoli e soia sono il carburante dell'economia argentina.
Vi sono inoltre una quantità di colture alternative che rendono molto sui mercati europei e USA: si parla della Stevia, della Chia, la Quinoa, l’amaranto, e lo sfruttamento industriale per biodiesel delle alghe marine (spirulina tra le altre).

L’estensione delle colture della soia hanno strangolato negli anni le coltivazioni dell’erba medica, bene fondamentale per un paese che si fonda sull’allevamento bovino, equino, ovino e di recente avicolo.
Sono richiesti a più livelli interventi da parte di imprenditori agricoli che tornino a produrre l’erba medica (alfa-alfa) in quanto viene importata da paesi limitrofi e a caro prezzo.

Proprietà intellettuali


Da tempo l’Argentina spinge per il miglioramento del settore elettronico: lo sviluppo disoftware è assolutamente ai vertici dei settori maggiormente da rilanciare da parte delleistituzioni. In presenza di manodopera comparativamente qualificata, tutti questi fattoricontribuiscono a rendere l’Argentina un paese in grado di rappresentare una valida alternativa per lo sviluppo della collaborazione produttiva, cessioni di know-how, licenzedi produzione, ecc. In netto sviluppo è il settore della tecnologia legata alla videosorveglianza.


Uno sguardo d’insieme



Quello che è stato riassunto è in linea di massima ciò su cui il governo argentino attualmente scommette e sul quale auspica investimenti, investendo a sua volta, pianificando sussidi e organizzando progetti a lungo termine.
Ciò non toglie che questa non è una lista esaustiva dei settori dove sarebbe auspicabile unintervento concreto sottoforma di investimenti, know how ecc. Vi sono aree specifiche dove il governo non individua azioni nel concreto ma ove sicuramente ogni partecipazione italiana sarebbe vista di buon occhio: nel comparto energetico, l’Argentina spinge per l’energia pulita (urgono investimenti per lo sviluppo dell’industria dell’energia eolica, solare, geotermica soprattutto nel sud del paese) e al contempo investe per quanto concerne il nucleare, non solo per la costruzione di nuove centrali (in procinto di iniziare la nuova Atucha III) ma anche per la ricerca del know how per quanto concerne la costruzione di turbine ecc.

Parco eolico nel Cuyo


Il settore eolico è in nettissima espansione ed attualmente sono molteplici i bandi aperti per la costruzione di parchi eolici nel nord ovest del paese e in Patagonia.

Per quanto riguarda il settore minerario, l’ Argentina dispone innumerevoli giacimenti con volumetria e qualità del minerale comprovati, in parte parzialmente sfruttati e in parte ancora vergini: macchinari per l’estrazione e lavorazione mineraria (soprattutto marmo ma anche potassio, boro, litio, molibdeno, feldspato, bentonite, asfaltite, sale, etc) sono oggetto di crescente volume di importazione.

Un mercato che ha forte domanda nei confronti dell’Italia è quello dell’ ottica: in Argentina la produzione di occhiali da vista e da sole, lenti comprese, è quasi nulla, e la quasi totalità del prodotto viene importato dall’estero. La ricerca della marca italiana è molto forte.

Filiera ulteriore che è necessario implementare, con gli adeguati macchinari, è quella della catena norcina e quella del settore caseario, che può contare su latte a buon mercato ma la cui produzione non si discosta da prodotti di scarsa-media qualità, soprattutto per il mercato della GDO.

Il settore turistico presenta alcune falle strutturali soprattutto per ciò che riguarda il settore attrezzature centri invernali; l’ambito agriturismo e strutture termali è sviluppato ma solo in parte.

Altro ambito non sfruttato adeguatamente è quello dell’acquacoltura, nonostante una disponibilità ingente di acqua (dolce, salata, con temperature molto alte e al contempo in altre zone molto basse) questo settore è sottosviluppato:  il 74% dell’allevamento è dedicato alla Trota iridea, il restante al Pacu (Piaractus mesopotamicus) e ai molluschi bivalvi (cozze e ostriche), soprattutto nelle province patagoniche di Santa Cruz e Chubut.

Il settore della ceramica è sviluppato ma manca un profilo “esterno”, in quanto il 95% è relegato al mercato interno e non ha al momento sbocchi decisivi nell’esportazione.

Settori per prodotti made in italy


Già da anni la vetrina commerciale del paese richiede prodotti Made in Italy soprattutto dal punto di vista della gastronomia (un posto particolare lo meritano i salumi e i formaggi) e della moda (dentro il quale si ravvisa la forte domanda di prodotti delle griffeitaliane dell’ottica).

Nell’ambito vitivinicolo, nonostante l’Argentina sia ad alti livelli produttivi, il paese spinge per seminari conoscitivi dei vitigni italiani, in parte ancora sconosciuti e le relative tecniche produttive per ottimizzare le vendemmie oltre che ai macchinari del settore vitivinicolo quasi tutti importati da Italia e Francia.

L’ arredamento e l’ interior design di marchio italiano e dentro di esso, le nicchie come quelle dellarubinetteria, sono altri settori in cui vi è forte domanda, in quanto la produzione interna è basilare ma lo scenario è in fermento per ottenere nuovi stimoli produttivi. Grosse richieste vi sono per i serramenti italiani.