SITUAZIONE DELLA MATRICE ENERGETICA ARGENTINA
Introduzione
L’Argentina nonostante non sia un paese con grandi riserve di petrolio e gas, ha sempre avuto la possibilità di auto sostenersi o comunque dipendere poco dall’importazione di energia (a differenza di paesi vicini come l’ Uruguay). L’offerta energetica locale è differenziata nelle fonti di approvvigionamento: energia elettrica, generatori di energia a carburante, altri a gas e la energia nucleare. Negli ultimi tempi si nota un offerta sempre più incisiva delle energie pulite, eolica e solare principalmente, anche se la sua
incidenza è tutt’ora poco significativa.
Negli ultimi 30 anni l’Argentina passò da una serie di problematiche relative alla produzione e distribuzione d’energia fino a ottenere un approvvigionamento sufficiente per auto sostentarsi e addirittura per esportare energia (negli anni 90 ) per poi ritornare sui suoi passi (specie in seguito al 2001) e importarla di nuovo nelle ultime battute. Dopo il 2001 si ebbe un processo di industrializzazione pronunciato che permise un aumento della produzione industriale del 60%, mentre l’offerta energetica non riuscì a
stare al passo di tale incremento. Tutto ciò provocò conseguentemente che non si potessero installare grandi industrie fuori dalle direttrici principali del paese , ossia Buenos Aires principalmente, Cordoba e
Rosario.
Nonostante ciò, e nonostante gli investimenti a gran voce richiesti in questo settore , ciò non è, per lungo tempo avvenuto. Il paese ha cercato di trattenere stabile la produzione energetica nei suoi tradizionali
punti di approvvigionamento, creando piccoli generatori che però non sono riusciti ad accompagnare e coprire la domanda energetica, con conseguenti interruzioni di corrente, e problemi con gli stessi generatori e centrali.
La nuova energia è generata tramite gas o petrolio; da qui deriva la limitazione e poi proibizione di esportazione del gas in Argentina, con la conseguente importazione dello stesso, con grandi sforzi economici da parte del paese.
La politica governativa a proposito è stata molto irregolare e incerta: focalizzata nel fornire energia alla popolazione e all’industria nella forma più economica possibile, ciò provocò un congelamento delle bollette per 10 anni (rendendole le più basse di tutta l’ America Latina) e così incentivando il consumo.
D’altro canto questo disincentivò gli investimenti; furono del tutto abbandonati i progetti esplorativi di nuove fonti di gas e petrolio, esaurendo le già esistenti; non si costruirono nuove centrali idroelettriche e solo si investì in quelle già esistenti, perché potessero incrementare la loro offerta energetica: solo dopo 30 anni da pochi mesi l’Argentina si è dotata della Atucha II, la sua terza centrale nucleare che genererà fino a 680 MW nel giro di due anni e ora si progetta la Atucha III, con un potenziale di 1000 MW.
L’attuale offerta energetica è afflitta da patologiche situazioni di stress, ossia mancanza di distribuzione, trasporto insufficiente, che occasionalmente provocano una distribuzione a singhiozzo, fino ad arrivare alle interruzioni di corrente. Contemporaneamente, per coprire la domanda di gas e carburante è necessario ricorrere all’importazione della materia prima, per evitare che i grandi generatori si trovino senza il somministro necessario.
In questa tabella si dimostra come l’Argentina abbia aumentato il ricorso all’energia convenzionale (gas e combustibile), rispetto alla crescita delle altre alternative.
Conseguente all’incremento del ricorso all’energia combustibile, l’Argentina ha passato ad essere una nazione importatrice, dipendendo da materie prime il cui costo incide sui bilanci: nel 2003 le importazioni di combustibile raggiungevano i 548 U$S milioni di dollari (petrolio e nafta), nel 2010 furono U$S 4.443 milioni, principalmente gas. La sfida energetica argentina quindi non è solo produrre più energia, ma cercare di farlo con energia alternativa a quella combustibile.
Nonostante il governo nazionale riconosca che l’attuale schema non le risulti conveniente, ha faticato molto a sviluppare il tema “grandi opere” ,che invece in passato aveva realizzato con maggior facilità (es: Yacyretà, Itaipú, Chocón, Atucha I e II, ecc.). Questo perché attualmente questo tipo di investimenti non è finanziato né finanziabile da parte di entità governative né dalle banche regionali, quanto piuttosto da crediti che ottengono i privati. Dato che l’Argentina non ha ancora risolto i problemi relativi al debito contratto con il
“Club de Paris”, le imprese internazionali non possono richiedere ai governi locali finanziamenti per investire in grandi opere in Argentina; è probabile che tale situazione perduri senza soluzione anche per l’anno 2012.
Per questo è necessario sapere che qualsiasi opera di tale portata dovrà realizzarsi con strumenti finanziari diversi da quelli abitualmente si utilizzano o ottenere finanziamenti a proprio rischio.
D’altro canto questo disincentivò gli investimenti; furono del tutto abbandonati i progetti esplorativi di nuove fonti di gas e petrolio, esaurendo le già esistenti; non si costruirono nuove centrali idroelettriche e solo si investì in quelle già esistenti, perché potessero incrementare la loro offerta energetica: solo dopo 30 anni da pochi mesi l’Argentina si è dotata della Atucha II, la sua terza centrale nucleare che genererà fino a 680 MW nel giro di due anni e ora si progetta la Atucha III, con un potenziale di 1000 MW.
La situazione energetica attuale.
L’attuale offerta energetica è afflitta da patologiche situazioni di stress, ossia mancanza di distribuzione, trasporto insufficiente, che occasionalmente provocano una distribuzione a singhiozzo, fino ad arrivare alle interruzioni di corrente. Contemporaneamente, per coprire la domanda di gas e carburante è necessario ricorrere all’importazione della materia prima, per evitare che i grandi generatori si trovino senza il somministro necessario.
In questa tabella si dimostra come l’Argentina abbia aumentato il ricorso all’energia convenzionale (gas e combustibile), rispetto alla crescita delle altre alternative.
Anno Termica Idroelettrica Nucleare Altre
(inclusal’energia
importata)
Tipo di 2003 47% 43% 9% 2%
Energia 2010 57% 35% 6% 2%
La energia
termica proviene dal
Gas, dal Diesel
e dall’ olio
combustibile e questi
elementi hanno variato
costantemente negli ultimi anni:
Anno Gas Gas Olio Carbone
combustibile Naturale combustibile
Combustibili
2003 0% 98%
1% 1%
usati(*) 2010 10%
70% 16% 4%
(*) misurati come percentuale
Kcal
Il MAEL argentino, a Santa Cruz, si sostenta solo con energia Eolica. |
Il problema del finanziamento
Nonostante il governo nazionale riconosca che l’attuale schema non le risulti conveniente, ha faticato molto a sviluppare il tema “grandi opere” ,che invece in passato aveva realizzato con maggior facilità (es: Yacyretà, Itaipú, Chocón, Atucha I e II, ecc.). Questo perché attualmente questo tipo di investimenti non è finanziato né finanziabile da parte di entità governative né dalle banche regionali, quanto piuttosto da crediti che ottengono i privati. Dato che l’Argentina non ha ancora risolto i problemi relativi al debito contratto con il
“Club de Paris”, le imprese internazionali non possono richiedere ai governi locali finanziamenti per investire in grandi opere in Argentina; è probabile che tale situazione perduri senza soluzione anche per l’anno 2012.
Per questo è necessario sapere che qualsiasi opera di tale portata dovrà realizzarsi con strumenti finanziari diversi da quelli abitualmente si utilizzano o ottenere finanziamenti a proprio rischio.
L’energia pulita: sfida e forma di finanziamento.
Il primo sigillo istituzionale lo marcò la legge 25.019 , che tentò di stimolare gli investimenti nell’ambito dell’energia solare e eolica concedendo benefici impositivi e che garantiva 0,01 U$S per Kw/h apportato al sistema. I primi investimenti furono piuttosto modesti, e soprattutto dopo la crisi del 2001, con la recessione, il piano di sviluppo perse il controllo, in quanto non poteva essere assicurata la redditività.
Il 2 di Gennaio di 2007 si dettò la legge 26.190, che modificava e riformava il regime anteriore che si applicava solo all’ eolica e solare e che quindi si ampliò alle altre.
Da lì si stabilì di interesse nazionale l’uso delle rinnovabili ponendosi come obiettivo un 8% della produzione interna energetica del paese con le rinnovabili, con un timeline del
2017.
La capacità nazionale è attualmente di 28.000 MW e nel 2017 si aumenterà, si stima, tale portata, si presume che saranno necessari 2.500 MW prodotti mediante rinnovabili per quell’anno.
La situazione attuale non permettere di scorgere che tale obiettivo, con i mezzi odierni, si possa raggiungere facilmente. La normativa attuale intende per rinnovabile le seguenti energie non fossili: eolica, solare, geotermica, mareomotrice, idroelettrica, biomasse, gas da biocombustibili (discariche, depuratori e biogas). Nel caso di centrali idroelettriche gli si impone un limite di 30 MW.
Il programma stabilisce benefici impositivi e la garanzia (per un termine di 15 anni) per la quale lo Stato paghi una tariffa fissa per Kw/h sull’energia generata in cui tali somme provengono da un fondo pubblico ( Fondo Fiduciario de Energia Renovables). Nel 2008 (con l’apporto della legge 25.019) si generarono solo 27 Mw di energia eolica; in seguito all’approvazione della legge 26.190 si presentarono progetti per licitazioni
pubbliche (con termine fine del 2009) per circa 1.400 MW, delle quali se ne selezionarono solo per una cifra pari a 840 MW ( di cui 740 MW corrispondevano all’eolica).
Il prezzo garantito per ogni singolo MW in tali progetti di energia eolica fu tra i 121 U$S/MWh e 134 U$S/MWh (media di 126,9).
In data 8 di Novembre 2011 si è tenuto a Buenos Aires il Congreso y Exposición Sudamericana de Energía Eólica (Windar 2011) nel quale son state analizzate le prospettive dell’America Latina per quanto riguarda il tema energia eolica non solo in Argentina ma nel resto del Cono Sur. Il resto delle tecnologie illustrate e incluse nella 26.190 non sono state tenute nella dovuta considerazione e l’offerta è stata minore alle aspettative: l’eolica dimostra essere il miglior profilo delle rinnovabili su cui scommettere
attualmente.
Conclusione
Il mercato argentino, come quello latinoamericano in genere necessita grandi investimenti nella produzione e distribuzione di energia. Sebbene nella decade iniziata con il 2000 l’Argentina canalizzò i propri sforzi nella creazione di energia fossil-combustibile (gas, diesel e olio combustibile) è attuale la tendenza a modificare tale paradigma per puntare a una svolta verso la rinnovabile e alla nucleare.
Autore: Dr.Alessandro Maffini